Un Kaki-Age Partenopeo

Devo essere sincera l’MTC di giugno mi ha un po’ spaventata: Kaki-age. Dopo aver letto (mica tutto!) il post di Acquaviva, mi sono sentita un po’ inibita….non ho nulla di “zen” io!!! 
La calma, la riflessione, l’organizzazione non sono parole che appartengono al mio vocabolario….. Stefania dell’Arabafelice parla dell”ordine che manca  nel suo cassetto della biancheria, solo perche’ ancora non ha visto il mio!!! 

Come al mio solito ho pensato “noooooooo questa volta passo“…..nella lettura del post di Acquaviva continuavo a saltare le parole chiave…..casalinghe giapponesi…..nè tempo nè voglia….popolare…. mentre continuavo a leggere….regole precise….organizzaredisposizione nel piatto…….
Neanche arrivavo leggere gli ingredienti (so’ scema o no??)
Ho lasciato “sedimentare” un po’ la cosa e ho riletto tutto il post (stampato e messo sul comodino) una sera dopo che avevo messo a letto i bambini e…….illuminazioneeee!!!!!!……ho messo a fuoco tutte le parole che nell’agitazione iniziale avevo rimosso ed ho pensato “ma allora lo posso fare anch’ioooo!!!!” Il post e’ magnifico e fa trapelare tutto l’amore che ha Acquaviva per la cucina prima e per il Giappone poi..


Age deriva da ageru, friggere, kaki viene da kaki-mazeru, miscelare gli ingredienti con la pastella. E’ la versione plebea del tenpura, solo che invece di friggere verdure e pesci interi si fanno a pezzettini.

Il tenpura, piatto decisamente piu’ nobile, è uno dei piatti più famosi del Giappone. Secondo la tradizione, si narra che nel 1540 un monsone fece naufragare sulla costa giapponese tre portoghesi provenienti dalla Cina. I giapponesi li accolsero cordialmente e sebbene fossero interdetti dalle loro barbare usanze di mangiare con le mani invece che con le bacchette, adottarono il loro sistema di friggere i gamberi con la pastella che i portoghesi cucinavano soprattutto durante le Quattro Tempora, giorni di digiuno e preghiera che ricorrevano quattro volte all’anno in corrispondenza delle stagioni. Da qui il nome Tempura.
 Col tempo la m si e’ trasformata in n e oggi qualunque piatto in cui ci sia qualcosa di fritto con la pastella viene preceduto  dal prefisso ten-.

Verdure:

3 zucchine  piccole
5 fiori di zucchine
1 finocchio
1 carota

Pesce: 

 2 calamari

  Ho tagliato tutto in pezzi e ho messo in frigo.


 Per la pastella (koromo) ho seguito  le dosi di Acquaviva, ma l’ho preparata 2 volte (1 per le verdure e l’altra per i calamari)

125 gr. di farina 00 a basso contenuto di glutine (io farina di riso) + qualche cucchiaio per infarinare
circa 170 ml. di acqua ghiacciatissima 

1 tuorlo d’uovo (grande)

Ho seguito alla lettera il suo procedimento:

 Per la pastella di solito si usa acqua in quantità doppia della farina, ma il segreto sta nel setacciare un paio di volte con cura la farina e versarla in un contenitore trasparente, quindi disporre il tuorlo in un uguale recipiente e versarvi sopra tanta acqua ghiacciata quanta ne serve per raggiungere lo stesso livello della farina. La vera dose dell’acqua dipende dalla dimensione del tuorlo, nel mio caso per 125 gr. di farina ho usato 180 ml. di acqua ghiacciata”

L’unica cosa che e’ variata e’ la dose dell’acqua che ho usato: 170 ml forse perche’ il mio tuorlo era grande. E‘ stato bellissimoooo!!!!! appena ho aggiunto l’acqua e l’uovo mescolati insieme alla farina di riso, l’impasto  ha cominciato a “friccicare”!!!!!!!
 Ho lasciato riposare per una mezz’ora in frigo……….avevo dimenticato la salsina di accompagnamento…obbligatoriaaaaaa!!!!!….ecco visto come sono “poco giapponese”!!!
Sono quindi uscita un attimo per andare a comprare dello yogurt bianco….volevo quello greco ma non l’ho trovato…ufff !!
Salsa di accompagnamento:yogurt bianco
erba cipollina
sale
limone


In una ciotolina ho messo un pizzico di sale e qualche goccia di limone. Ho aggiunto poi lo yogurt e l’erbetta cipollina tagliuzzata. Ho fatto riposare in frigo il tempo che ho fritto i kaki-age.


Ho infarinato le verdure e i calamari. Ho eliminato l’eccesso, e prima ho “impastellato” e fritto le verdure e poi i calamari.

 Lo devo ammettere … mi sono innamorata….e’ la prima volta che faccio una pastella che poi non rimane unta!!….e’ croccante ….leggera….una goduria!

Una parte della frittura l’ho trattata alla partenopea: quella con la verdura, con sale di cervia aromatizzato e quella col calamaro, con sale e limone…..perdonatemi ma non ho resistito. Mancano le foto perche’ nel frattempo mio figlio, quello piccolo, e’ sfuggito al controllo ed  ha avuto la geniale idea di andarsi a mangiare un peperoncino dalla pianta……ha pianto 1 ora di orologio, poverino…e, chiaramente dopo non ho trovato piu’ nulla. Sara’ per la prossima volta.


E ora mi unisco all’appello di Acquaviva e vi ricordo la raccolta fondi a favore della Croce Rossa Giapponese organizzata dal Consolato Generale del Giappone.

PER NON DIMENTICARE
le foto le ho prese da google

 

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